mercoledì 27 maggio 2009

I professionisti di Idfi all'Accademia delle Belle Arti



Alcuni dei professionisti di idfi hanno tenuto una serie di lezioni sulla professione del designer grafico all'Accademia di Belle Arti di Firenze, nell'ambito del corso di grafica del professor Leonardo Baglioni. L'ultimo incontro tenutosi martedì 26 maggio 2009 si è rivelata un'interessante tavola rotonda sulla professione: incalzati dalle domande degli studenti sono emersi i problemi che l'associazione ha affrontato nelle passate riunioni.



Una bella occasione per incontrarsi di nuovo e per programmare nuovi incontri - il primo sicuro sarà a settembre 2009 in occasione dell'inaugurazione del nuovo Studio Kmzero in via Ghibellina 100. Durante l'incontro, Cosimo Lorenzo Pancini di Kmzero ha creato i ritratti di alcuni dei presenti, che vengono qui riproposti dopo un ripasso a photoshop. Il font utilizzato è "happyfrushzero" - creato durante lo workshop di tipografia tridimensionale ad Arsenale 2008 organizzato da Frush e HappyLovers.




mercoledì 28 gennaio 2009

Kidstudio celebra i 150 anni de La Nazione



Un prezioso volume per celebrare un secolo e mezzo di storia

Quattrocento pagine divise in tre parti per un totale di dodici capitoli che ripercorrono cosa è successo a Firenze, in Toscana e nel mondo dal 19 luglio 1859, quando uscì il primo numero de La Nazione, voluta da Bettino Ricasoli all’indomani dell’armistizio di Villafranca per sostenere il processo politico che avrebbe portato all’Unità d’Italia.
Ogni capitolo di La Nazione 150 anni contiene una descrizione dei cambiamenti intervenuti nel giornale sotto il profilo tecnico, amministrativo, grafico, stilistico. Il corpo dell’opera, infine, consiste in oltre 200 articoli, titoli e foto tratti dal giornale e riprodotti nella veste originale, che spaziano dalle origini all’elezione del presidente Barack Obama.
L'impostazione generale, le ricerche, i saggi e la maggior parte dei testi sono curati da Maurizio Naldini, firma storica del giornale, inviato speciale, autore di numerose pubblicazioni di interesse storico e attualmente collaboratore de "La Nazione".
Il volume è stato realizzato dallo studio di design Kidstudio Communications di Firenze. Il concept grafico e l'impaginazione sono a cura di Marco Innocenti, mentre le 15 tavole illustrate ad apertura di ogni capitolo, che ripercorrono la storia del giornale per immagini, sono state realizzate da Luca Parenti. Il progetto trae spunto dalle gabbie compositive delle pagine che lo storico quotidiano ha adottato nel corso di un secolo e mezzo di vita. Da questo modello grafico, in continua evoluzione, sono stati tratti i caratteri e le righe separatrici di colonna, oltre ai colori e allo stile di composizione dei titoli. Attraverso le tavole e' infine possibile ripercorrere, oltre alla storia d'Italia e del mondo, l'evoluzione stilistica della testata del quotidiano, oggi rigida, in altri tempi graziata o corredata dello stemma sabaudo nel relativo periodo storico. 
Il libro è pubblicato in 2 edizioni: una con 20.000 copie di tiratura per le edicole, l’altra in 100 copie numerate racchiuse in un elegante cofanetto.

mercoledì 22 ottobre 2008

Bagatti Obama




Esce in Italia (Cairo Editore) il best seller americano “Obama. Storia dell’uomo che fa sognare l’America”, scritto da David Mendell, giornalista del Chicago Tribune, e tradotto dal nostro Fabrizio Bagatti, al quale vanno i complimenti e un omaggio visivo...
Walter

Il "soffietto" dal sito dell'editore.
La fulminante ascesa del democratico Barack Obama al ruolo di primo candidato di colore alla presidenza è certo l’evento politico più eclatante nella storia odierna degli Stati Uniti d’America. È lui, oggi, l’uomo che incarna le migliori speranze di milioni di persone, non solo elettori: neri e bianchi, giovani e vecchi, poveri e ricchi, progressisti e conservatori, in uno slancio unanime che non si conosceva più dai tempi di Martin Luther King, di John F. Kennedy. La sua particolarissima vicenda personale è il grande sogno americano che si fa realtà, il concretizzarsi dell’aspirazione a un profondo rinnovamento morale, politico e sociale. David Mendell, firma storica del Chicago Tribune, ha seguito, passo dopo passo, ogni momento della sua carriera, guadagnandosi la fiducia e il rispetto del giovane senatore, beneficiando quindi di un osservatorio privilegiato rispetto a qualsiasi altro commentatore. Dall’infanzia tra le Hawaii e l’Indonesia agli esordi come organizzatore politico a Chicago, dalla nomina a senatore fino a quella di candidato democratico alla presidenza USA, passando per il trionfale viaggio ufficiale in Africa nel 2006: capitolo dopo capitolo, le tappe della vita privata e pubblica di Barack Obama vanno a comporre quella che è una biografia imparziale, accurata e ricca di informazioni, la più autorevole finora scritta.
Nella tradizione del migliore giornalismo americano, Mendell rinuncia al «politichese» e lascia parlare le fonti – i collaboratori più fidati, ma anche gli avversari politici, gli amici, i familiari, con la carismatica Michelle in primo piano, e lo stesso candidato attraverso le sue interviste esclusive – analizzando con grande chiarezza e in ogni suo aspetto il «fenomeno Obama». Un ritratto a tutto tondo dell’uomo e del politico, che permette anche al pubblico italiano di leggere i mutamenti della storia statunitense e l’autentica realtà di uno dei suoi più sorprendenti protagonisti.

venerdì 3 ottobre 2008

La guerra di IDFI ad Arsenale: armi di comunicazione di massa













In araldica l'arme è l'insieme degli smalti e dei simboli, rappresentati in scudi e stemmi di cui anticamente si soleva insignirsi per comunicare il proprio status, la propria origine.
È secondo questa interpretazione che un gruppo di professionisti fiorentini impegnati nel campo della comunicazione ha preparato una piccola rassegna di immagini giocando sull'associazione ARMI (segni del proprio stile) - ARSENALE (luogo di raccolta degli strumenti, in questo caso, della comunicazione).

Con ironia o toni poetici in certe soluzioni, con impegno e analisi linguistica in altri, sono stati realizzati una serie di manifesti che, traendo ispirazione da vocaboli ed espressioni belliche presi a pretesto, rappresentano "l'arsenale" di ogni artista, la sua interpretazione della qualità professionale, la propria marca stilistica.

Non si tratta dunque di una classica mostra di immagini contro l'abominio della guerra (o non solo), ma di una sequenza di una trentina di opere da leggere più in generale come interpretazioni a soggetto (in tutti i lavori si citano spade, cannoni, battaglie, simbologie militari) delle tematiche emergenti del design e della comunicazione visiva: l'innovazione, la rottura degli schemi e dei preconcetti che circondano il mestiere, la denuncia delle violenze certamente, ma anche l'occasione per alludere al mondo dell'infanzia o della letteratura.

La mostra, allestita da Walter Sardonini, Fabio Chiantini, Emo Risaliti e Angela Manetti, che sono anche alcuni fra gli autori dei manifesti, sarà presente presso Arsenale Festival: armi di creazione di massa, nel contesto della grande kermesse del Festival della Creatività di Firenze, Fortezza da Basso - 23/26 ottobre.

E l'associazione I Design Firenze, rappresentata da Fabrizio Bagatti, prenderà parte al convegno "Grafica 2.0_Le reti italiane della comunicazione grafica" a cura di Studio Kmzero che si svolgerà venerdì 24 ottobre alle ore 17.00, sempre presso il padiglione Arsenale della Fortezza da Basso di Firenze.


Il programma completo della manifestazione è online su www.arsenalefestival.it

mercoledì 24 settembre 2008

Dicono di noi...

Ho trovato questo commento di Peppo in calce al post del Giglio di Firenze. Trovando le osservazioni non riferite a quel post specifico, ma più in generale al nostro blog e particolarmente attuali ne ho fatto un nuovo post...

Peppo ha detto...

Capito di passaggio e mi inserisco, con permesso, nella discussione.
So di intervenire un certo ritardo, ma solo da pochi giorni ho scoperto questo bel blog.
Mi considero e mi presento come un principiante, in questo contesto e in quasi tutto quello che faccio, conosco pochi nomi, altrettanti cognomi e ovviamente non ho uno straccio di cursus honorum da sguainare all’occorrenza ( mi scuso per il latinismo inconsulto, serviva a darmi un minimo di credibilità agli occhi dei miei eventuali lettori ).
Uso queste due righe per una prima impressione, un commento di passaggio, di quelli che si fanno stravaccati sul divano davanti alla tv o in auto ascoltando la radio.
Trovo questo blog denso di tante notizie da leggere, siti da provare, cose da vedere, mostre, rassegne, libri, amenità e quant’altro.
Insomma, come si dice tra accademici, un blog veramente ganzo.
Noto però che spesso sono le stesse persone che parlano, le stesse che rispondono, certe volte la stessa che parla e poi si commenta da sola. Vista da fuori la cosa risulta quantomeno curiosa.
Sono così pochi i creativi fiorentini? Oppure è poca la gente che legge il blog?
L’impressione è che spesso chi parla lo faccia per compiacersi nel sentire e far sentire la propria voce. Interventi tipo questo, o quello sui poster a Firenze del signor Sardonnini, o quello sul Maggio musicale, sempre del signor Sardonnini se non sbaglio e altri simili mi sembrano tutto tranne che inviti a parlare e confrontarsi su un argomento. Lo spunto è sempre stimolante, ma, passato il titolo, ciò che si legge proseguendo è, a volte, una lezione su “quello che si può fare e quello che si deve fare”; altre volte una lezione su “quello che ho fatto io, quando l’ho fatto io, perché l’ho fatto io”. Il tutto sapientemente arricchito da citazioni erudite dal libro del profeta Isaìa e avverbi a nove sillabe, per finire con frasi da editoriale (tipo quelli del giornalino dell’okkupazione al liceo) come “…rampolli inetti di certa casta borghese…”.Come?? Inetti? Casta borghese?? Io pensavo fossimo tutti a gustarci comodamente questo blog con la panza sotto, o sopra, la scrivania davanti al nostro bel monitor LCD.
Seriamente, ma di che si parla qui? E a chi soprattutto? Si va davvero ancora a finire con la storia dei borghesi? Come si chiamano ora, borghesi 2.0? E poi, inetti?? Se “l’utente medio” (credo sia un modo tecnico per identificare la massa sfigata ignorante di grafica, design e priva di gusto) non disdegna, perfino apprezza, il Comic Sans, che si vuole fare, a parte definirlo inetto? Si spiega o almeno si tenta di spiegare, se è vero, che il Comic Sans è un carattere tipografico deprecabile per questo e quest’altro motivo, oppure si continua a dire che fa cagare, che chi lo usa sbaglia tutto perché questo recita il dogma?
Anche l’utente medio, per quanto sprovveduto e sprovvisto, sa distinguere chi parla di sé per raccontare qualcosa da chi racconta qualcosa per parlare di sé.
Insomma, coinvolgere e spiegare poggiando i piedi sullo stesso scalino di chi ascolta ( come qualche mitico creativo, che mi vanto di conoscere, riesce a fare) oppure continuare a parlare e ascoltare la propria eco.
Detto questo il blog, nel suo piccolo, mi pare una preziosissimo buchino nel muro, per chi, come me, vuole spiare, ascoltare, carpire, cominciare a respirare la "vostra" aria.
Sperando di non aver urtato la sensibilità di nessuno, saluto con un vecchio adagio indiano che recita più o meno così:
"Ricorda che ovunque andrai ci sarà sempre chi sa più di te e chi ce l'ha più lungo del tuo. Rimedia dove puoi."

martedì 19 agosto 2008

Il giglio di Firenze



Cari amici,
è stato approvato, con delibera della giunta comunale dell'11 agosto, il progetto per il nuovo giglio e conseguentemente la nuova immagine del Comune di Firenze, realizzato dal mio studio.
Il lavoro era stato affidato e realizzato parecchio tempo fa, ma per differite esigenze, l'ufficializzazione è avvenuta solo in questi giorni, cogliendo anche il sottoscritto abbastanza di sorpresa.
La notizia è stata telegraficamente divulgata dalle autorità comunali e conseguentemente dalle maggiori testate giornalistiche, con l'approssimazione inevitabile data la sorpresa e la mancanza di dati più precisi. Tenevo a darne notizia a voi tutti personalmente e ad illustrarne il percorso, ma la repentina quanto snobistica segnalazione di SDZine, ha fatto sì che anticipassi alcune riflessioni di merito sull'intervento, attraverso quelle pagine. Naturalmente approfittando dell'occasione per togliermi qualche sassolino dalla scarpa...
Rimando dunque, per adesso, a quel post (ahimè molto lungo, ma capirete) chi avesse voglia di saperne di più, riservandomi in seguito di approfondire il tema insieme a voi.
Un abbraccio a tutti e a presto
W

martedì 12 agosto 2008

Internet

"In principio, era il Verbo. Poi vennero Gutemberg, Marconi e la tivvù a colori. E contrariamente alle previsioni di Nostradamus, Mosca e Washington non si decidevano a scatenare la guerra nucleare.
Quindi qualcosa si doveva pur farne, di quel vecchio sistema di comunicazione d’emergenza fra basi militari; l’antesignano era chiamato Arpanet, poi venne il mercato che con la bacchetta magica lo trasformò in Internet; e così, mentre Bill (Clinton) assumeva stagiste alla Casa Bianca, Bill (Gates) espandeva la tecnologia; fino al punto in cui siamo oggi, l’allegra orgia del due-punto-zero."

Citazione di Francesco Rossi, direttore di Subvertising


dopo l'interessante discussione dell'ultimo incontro di IDFI sul tema della guerra, questa citazione ci riporta alla mente una nuova importante analogia fra il mondo militare e quello della comunicazione... da aggiungere al nostro bel progetto per ottobre: INTERNET: dalla comunicazione militare a stumento sociale...