Volevo contribuire con questo scatto (ma guarda un po' cosa ti ho beccato...!) preso col telefonino, ma non ho saputo farlo come commento al post di KmZero, così ho aperto un nuovo post (poi lo cancelliamo).
Chiedo scusa all'amico Cosimo per il poster dantesco diviso in due: dopo la sua invettiva contro certa parte dei manifesti fiorentini spartiti a metà (immagine sopra, scritte sotto), assunte le sembianze di Erode, sono corso nottetempo a fare scempio di muri e vetrine che esponevano l'Alighieri che, nel frattempo ahimè, era già andato in affissione. Ma qualche esemplare è evidentemente sfuggito alla razzìa! Non sono riuscito a fare di meglio (il bello è che quell'immagine così ordita è stata assunta a mo' di logo dell'iniziativa e dunque ce la sorbiamo già da tre anni, con l'inevitabile variazione colore...). Ma sono d'accordo: sventura e disonore a quei poster costruiti come impaginatini da riempire con figure o scritte, onore e gloria alle immagini con l'anima, che stimolano e accendono l'umano interesse! Contro, nel caso, e mai proni alla miseria intellettuale dei committenti.
E' proprio con questa certezza che, scovando sotto i portici di piazza Repubblica l'accoppiata Cina–Leggere per non dimenticare, ho ripensato al dito puntato di Cosimo il Grande e alle parole dei KmZero: ... acquistano sfumature divertenti se letti insieme al manifesto vicino...
Quale dei due, in questo caso, ridicolizza l'altro? Quale dei due è realizzato per un sontuoso centro mostre, capace in ogni occasione, di uno spiegamento di forze pubblicitarie imbarazzante quanto insulso nella proposta del progetto di comunicazione e quale realizzato per la buona volontà, il cuore, la tenacia di un designer che non si arrende alla malversata evoluzione di quel lavoro, all'inettitudine della committenza, ad una disponibilità di mezzi impari rispetto al suo vicino di vetrina? Noi tutti conosciamo la risposta, tanto è banale la domanda per degli addetti ai lavori. Ma dalla foto, l'utente medio evince che la mostra sulla Cina è un evento un po' sciatto (anche se pompato con l'arroganza dei forti, almeno a guardarsi attorno!), e non è così, la mostra vale; Leggere per è una iniziativa seria, coraggiosa, ben curata come meritano le cose fragili che umilmente ogni tanto si affacciano per il comune interesse: ed è così.
lunedì 14 aprile 2008
In risposta a Uno dei piaceri di IDFI...
Pubblicato da Walter Sardonini alle 07:46
Etichette:
design,
firenze,
incontri idfi,
manifesto della qualità
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3 commenti:
Grazie Walter.
Grazie per aver puntato il dito sulla Cina. O su Cezanne. O su.. cosa c'è ora? ehm... il pittore... ah si, son due-tre pittori. Il poster è sempre lo stesso. Cambia la foto, non cambia nemmeno il carattere. E ci tappezzano tutta la città. LI BUTTIAMO FUORI?
Tu che sei il più grande, che puoi tranquillamente essere "maestro" per quasi tutti, che magari hai un po' di potere grazie alla tua fama, alla tue continue prove d'autore... per favore, LI BUTTI FUORI?
Vorrei avere la possibilità, prima di morire, di vedere un poster (depliant/cartolina/striscione etc) di una di queste mostre disegnato in più di sette minuti. Start di Illustrator compreso.
Scusa lo sfogo, ma un se ne po' più.
Scusa se non mi firmo per esteso, ma cammino sulle uova, per motivi che mi accomunano ad altri come me...
Caro anonimo
ti ringrazio per la fiducia (anche se mi firmerei, altrimenti le tue affermazioni prima che lusinghiere potrebbero apparire canzonatorie...), ma maestro, fama, potere sono caratteristiche nelle quali non mi riconosco.
Né è mia intenzione buttar fuori chicchessia: le mie osservazioni si rivolgono molto più direttamente alla committenza che non al grafico che ha realizzato il lavoro. Quelli sì che varrebbe la pena buttare fuori, trattandosi nella maggior parte dei casi di rampolli inetti di certa casta borghese, clienti assetati di potere e servi scemi di qualche sigla politica; ma qui - considerando poi l'attuale trista contingenza - si aprirebbe un dibattito senza fine.
Quanto al designer, tutti sappiamo in quali e quante pastoie si trova irretito ogni volta che ha a che fare con Responsabili della Comunicazione, Responsabili del Marketing, Curatori dei Contenuti, Esperti Iconografi, Storici dell'Arte e altri pezzi di tal fatta, ognuno dei quali possiede la chiave del significato di un evento: di fronte a cotanto comitato scientifico può facilmente capitare che nè la scelta iconografica (nella mostra sulla Cina si tratta al novanta per cento di gruppi scultorei, peraltro di rara bellezza e superbamente offerti nell'allestimento di Romeo Gigli), nè i colori o la composizione degli elementi tipografici della veste grafica siano neppure minimamente rappresentativi del contenuto dell'esposizione così come delle comuni aspettative semantiche e artistiche. Perché nessuno dei suddetti esperti vuole concedere un'unghia sulla scelta dell'immagine al suo con-comitante e, allo stesso tempo, tutti (ma ci mancherebbe!) desiderano con candore coinvolgere i diversi responsabili nella realizzazione della grafica! Il grafico in questi casi esegue. Punto. Se poi questi è supponente e pieno di sé non contribuisce certo ad elevare almeno di quel tanto l'effetto dell'operazione, ma evidentemente si pone al pari della suddetta casta e il risultato è sciatto, impersonale, ripetitivo. Raggiunge l'obiettivo solo per la prepotenza dei soverchi mezzi dispiegati.
Non amando circondarmi di gente che conta, non frequentando happy hour o cene alla ricerca di assessori e segretari emergenti (come è necessario fare per ottenere commissioni elette e autorevolezza), non ho certo il potere di proporre queste osservazioni se non in una riflessione tra amici: il tuo intervento non firmato (e cerco, e forse comprendo il motivo della tua riservatezza) mi conferma però che le mie impressioni sono condivise. Mi auguro che riusciamo ad approfondire sempre più il dibattito, non per additare qualcuno, ma per soffermarci su ciò che di valore viene prodotto (era questo quello che volevo sottolineare postando li confronto Cina_ Leggere per) e dribblare così quelle cadute di stile nelle quali anch'io e credo molti altri, nonostante tutto, spesso ci imbattiamo.
Bel post, bel commento, bella risposta. Ma siccome io qui quando commento walter rischo di sembrare sempre d'accordo, ai limiti del servilismo, mi permetterò una volta tanto di dissentire, e con veemenza, dalle parole del Maestro Sardonnini. Infatti è vero che criticai la divisione a metà fotosopra/testosotto(che invero ho applicato più volte nella mia vità), ma sto doppio Dante è effettivamente un fotosopra/fotosotto, e a dirla proprio tutta, a me mi ha sempre provocato un ingrifamento tutto guelfo, un sussulto orgasmico come direbbe Benigni: il sommo poeta stereoscopico è uno dei poster più riusciti del sardonnini!
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