Davide Vasta è un professionista che si occupa di editoria specialistica nel campo del graphic & web design.
Persona illuminata che ha avuto il colpo di genio di cogliere uno stato di malessere diffuso fra molti grafici dei nostri tempi.
"Grafici al bivio" è il nome della sua pubblicazione, dedicata a tutti i grafici (ma non solo) che vogliono, o devono, passare dallo "storico" programma Macromedia FreeHand al nuovo Adobe Illustrator CS3.
Questa notizia mi ha strappato un sorriso malinconico, ed ecco anche per voi la scheda del suo libro.
Deb
lunedì 11 febbraio 2008
Grafici al bivio
Pubblicato da studiokmzero alle 11:43
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11 commenti:
... una vera tortura, almeno non mi sento sola, so che tanti come me, che usano quotidianamente FreeHand, obtortocollo dovranno necessariamente abbandonare il programma che conoscono come le proprie tasche per andare verso l'ignoto. Sono giorni che mi arrovello per scoprire il metodo più indolore, confesso che ho anche ordinato il libro "Grafici al bivio", non vedo l'ora di leggerlo.
Per informazione di tutti, so che a Firenze c'è un certo Rufus, l'esperto di Illustrator. Qualcuno lo conosce gia? Ho saputo anche che è adobe evangelist e non apple.
Simo(netta)
Ciao Simonetta, la persona di cui parli si chiama Rufus Deuchler. Personalmente non lo conosco.
Ti riporto le notizie riguardo.
cari saluti, Paolo Trombotto
Nome: Rufus
Cognome: Deuchler
Data di nascita: 7 dicembre 1968
Provincia di residenza: Firenze
Profilo professionale:
Laureato in Communication Design, Rufus Deuchler è in primis un designer grafico e questo rimane il suo vero mestiere.
Nel 2002, dopo numerosi anni da freelance nel settore dell’editoria, della pubblicità e dell’immagine coordinata, Rufus Deuchler diventa Guru Adobe Cross-Media e contribuisce cosi allo sviluppo e alla divulgazione delle soluzioni Adobe nel mercato dei creativi professionisti (Adobe Creative Suite).
Oltre alla sua attività di grafico, ha svolto sia consulenze che training sugli applicativi e i flussi di lavoro Adobe ed è stato autore di numerosi articoli per la stampa specializzata.
È stato responsabile del gruppo utenti di InDesign in Italia, ed ha insegnato grafica da oltre dieci anni.
Rufus è certificato Adobe “Print Specialist” in InDesign, Illustrator e Acrobat e da maggio 2007 lavora in Adobe Systems come Evangelist -Creative Solutions.
...e il suo sito internet:
http://www.deuchler.net/
Grazie Deb, il post è uno di quelli che ci tocca da vicino. Anch'io soffro, ma penso che ci sia poco da fare... bisogna convertirsi a illustrator. Con o senza evangelisti. Io sinceramente preferisco senza, di evangelisti me ne bastano quattro. Deuchler è un professionista che abbiamo incontrato ed è molto preparato, ma più che la sacra benedizione dell'Adobe penso che serva un periodo di clausura e penitenza, con letture del manuale ad ogni vespro, e sessioni di preghiera di fronte al monitor...
Quando Adobe realizzò la prima versione di Illustrator, abbondonai Free Hand senza rimpianti: e non sto a dirvi in che condizioni lavorava Illustrator, perché parlo di 22 anni fa, cioè del 1986. Poi, già dal 1988, con Illustrator (appunto) 88, ci fu una crescita enorme delle potenzialità di questo strumento che ad oggi è a mio avviso il leader del settore. Il trauma da affrontare è lo stesso di chi è passato da XPress a InDesign: ma c'è qualcuno che tornerebbe indietro?
Hai ragione Walter,
personalmente ho abbandonato freehand da un pò di anni a favore di illustrator vista anche la totale compatibilità con photoshop.
Indesign come sopra... ma ti confesso che a volte Xpress mi manca... peccato non sia più stato sviluppato a dovere!
il vero problema di Simonetta è la conversione del suo archivio. Illustrator apre e converte i file di freehand ma non delle vesioni più recenti.
Aiutiamola... :-)
Scusate lo sconforto, ma un programma senza multipagina mi procura solo un gran senso di incompletezza... per ora mi sto arrovellando con i pochi strumenti di Indesign cercando di rimandare più possibile il grande passo... cosa che comunque prima o poi dovrò pur fare. Lo so! :(
Per quanto riguarda il sig. Deuchler... conoscere un programma non significa conoscere le vere esigenze di un grafico (ne abbiamo avuto la prova) ed io resto dell'avviso che il miglior modo di imparare uno strumento è batterci la testa e confrontarsi con i colleghi.
Una delle finalità di IDFI deve essere anche quella di porsi come interlocutore delle software house, per inoltrare richieste specifiche di integrazione e miglioramento degli applicativi esaminati agli sviluppatori. Vi sono esigenze tecniche nella realizzazione di un lavoro che, spesso, non trovano risposta nella capacità del software utilizzato: una su tutte, l'impossibilità di realizzare lay out con pagine di differente formato sui due programmi di impaginazione comunemente utilizzati. Ma ce ne sono tante altre. Su questo terreno si possono spendere con forza anche le osservazioni di Debora e Simonetta: un applicativo (che spesso uno studio paga in 4 o 5 licenze) non è un giocattolo, ma uno strumento di lavoro. Richieste di maggiore compatibilità fra applicativi differenti e fra versioni precedenti e successive dello stesso software (da un po' di tempo la politica degli sviluppatori è quella di rendere incompatibili gli aggiornamenti con le versioni precedenti, ovviamente per costringere un più ampio numero di licenze all'aggiornamento) devono essere poste con determinazione da un gruppo di professionisti ricco di esperienza.
Al solito, Walter centri il punto. Come ho scritto, soffro anch'io della decisione della Adobe di terminare Freehand dopo che la Macromedia lo aveva messo in stallo per anni... però non è una questione di mia idiosincrasia a illustrator, pigrizia o altro. A studiare e imparare freehand ci ho messo anni, un investimento personale sul software che meriterebbe maggiore rispetto da parte degli sviluppatori...
Credo che passare da un programma ad un'altro sia come dipingere ad olio piuttosto che ad acquerello: c'è una differenza di tocco, di soluzioni, di modalità progettuali. Invece la logica degli sviluppatori è quella del videogioco: esce doom 3 che è meglio di doom 2...
Ma a me, quando sono usciti di produzione i pastelli ad olio sennelier, è scomparso un modo di disegnare. Lo so che con l'oilbar posso fare qualcosa di simile, e che i pastelli giotto si trovano più facilmente. Ma semplicemente, non è la stessa cosa...
Debora, come ti capisco ... senza il conforto del multipagina. Però c'è il modo di fregarlo simulando più pagine.
Basta fare un formatone multiplo delle tue pagine abituali e (lui), in modo non troppo bello esteticamente, ti divide lo spazio. Puoi così stampare e fare un pdf di tutte le tue pagine.
Per me il vero problema è l'archivio. Paolo ha capito benissimo e sta cercando di aiutarmi. Se qualcuno ha notizie fresche, ben venga l'aiuto.
L'idea di Walter di porci come interlocutori degli sviluppatori è perfetta. Qualcuno mi aveva accennato che stanno (chi?) sviluppando un programma proprio per recuperare tutti i file di Fh anche dalle vecchie versioni. Ne sapete niente?
Simonetta
salve, anche se il post è datato non lo è l'argomento e ovunque trovi discorsi del genere mi accingo a rispondere, io uso tutti i sia illustrator che freehand, idem per xpress e indesign. Da vecchia scuola preferisco freehand e xpress, sono semplici veloci e non danno problemi con la stampa, questa smania di avere i programmi sempre aggiornati... ma è una follia per far funzionare bene CS3 o CS4, servono pc o mac potenti e non è una cosa che trovi in qualsiasi studio di grafica idem aggiornare sempre la propria macchina (sorvolando sui problemi di stampa che i nuovi programmi e vecchie tipografie non sono compatibili). Un file più o meno complesso in AI con qualche foto pesa in media dai 5 ai 9 Mb, con il caro vecchio FH, solo pochi kb, senza parlare del multipagina cosa aggiunta se non erro nel CS4. Alla adobe prendono il vecchio codice e aggiungono stringhe di programmazione non pensano al peso delle elaborazioni in termini di tempo di lavoro... mah che dire ovviamente bisogna adeguarsi
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